Monica Priore

L’importanza dello sport per il nostro benessere psicofisico – Alessandro Biffi

Intervista a Alessandro Biffi medico dello sport

Lo sport è davvero importante per il nostro benessere psico-fisico? 

Il Dr. Alessandro Biffi, cardiologo e medico dello sport con esperienza trentennale in ambito CONI, non ha dubbi quando afferma che i benefici apportati dallo sport a tutto l’organismo, non solo all’apparato cardio-vascolare, sono ormai scientificamente validati da tempo e l’attività fisica, ormai, ha la stessa dignità di un farmaco vero e proprio, dato che viene prescritto dal medico come parte integrante di alcune terapie curative e preventive. Il periodo COVID ha evidenziato come le persone più allenate, più in forma, hanno opposto una maggiore resistenza all’infezione e, in caso di contagio, hanno manifestato sintomatologie più lievi rispetto agli altri.

 

Un diabetico insulino-dipendente, può ottenere la certificazione per l’attività agonistica?

Il paziente diabetico, sia di tipo 1 sia di tipo 2, può tranquillamente praticare sport a livello agonistico. Una volta ricevuto il nulla osta da un centro diabetologico o da uno specialista che certifichi che l’aspirante atleta diabetico presenta un buon compenso metabolico, condizione più che normale soprattutto nei soggetti giovani, si procede con le normali valutazioni medico-sportive con un occhio di riguardo all’aspetto cardiologico.

 

La visita medico-sportiva

Oltre alla valutazione generale dell’organismo, la visita medico-sportiva prevede l’esecuzione di una spirometria per la valutazione polmonare e poi un approfondimento cardiologico, sia con un ECG di base che con uno sotto sforzo, quest’ultimo con modalità diverse a seconda dell’età dell’atleta. In ultimo, si effettua un esame delle urine.

 

Cos’è il TUE, come si ottiene e chi deve presentarlo?

Il TUE è un’autocertificazione con cui il paziente che assume insulina, che è un farmaco dopante come i broncodilatatori per l’asma o i cortisonici tra gli altri, dichiara all’associazione di appartenenza e a quella internazionale nel caso di eventi all’estero, che prende questo farmaco.

 

Dal punto di vista cardiologico, esistono particolarità uniche nell’atleta diabetico di tipo 1? 

Non esistono differenze a livello cardiaco tra un atleta diabetico e un atleta non diabetico. Gli adattamenti e le performance dell’apparato cardio-vascolare non presentano peculiarità rispetto agli altri atleti, lo dicono le evidenze scientifiche e anche la storia delle Olimpiadi con vincitori pluripremiati affetti dal diabete. Rari casi, soprattutto con il diabete tipo 1, possono avere uno scarso adattamento neurovegetativo con una eventuale ripercussione sull’aspetto cardio-vascolare con una maggiore incidenza di sincopi o svenimenti, ma una buona visita cardiologica può fugare questo timore.

 

Perché un medico sceglie di seguire o non seguire un atleta diabetico?

Secondo il Dr. Biffi, l’essere diabetico o meno non è rilevante. Ciò che conta è la valutazione medica che va fatta a tutti gli aspiranti atleti indistintamente ed è quella soltanto la discriminante che decide se una persona è idonea o meno all’attività sportiva. Nonostante la legge 115/87 consenta ai soggetti diabetici il diritto di praticare sport agonistico, ci sono ancora oggi medici che preferiscono non assumersi il rischio, insito comunque nella natura stessa della professione, di seguire chi è affetto da diabete, probabilmente per una concezione antiquata e anacronistica della medicina sportiva.

 

Cosa definisce l’attività agonistica?

L’attività agonistica differisce da quella non agonistica non da un punto di vista della prestazione vascolare; la specificità consiste nell’appartenere a manifestazioni strutturalmente organizzate in modo prevalente dalle federazioni sportive e dal CONI.

 

La prova da sforzo è consigliabile anche per i soggetti diabetici che vogliono avvicinarsi allo sport amatoriale?

Alla luce di quanto detto prima sulle possibili incidenze di ipotetici scarsi adattamenti neurovegetativi con eventuali ripercussioni cardio-vascolari, un’attenta valutazione cardiaca è assolutamente consigliabile.

 

Il campione più forte a cui ha rilasciato una dichiarazione di idoneità sportiva? 

Il Dr. Biffi compie un piacevole sforzo di memoria, ripercorrendo i tanti campioni che ha visitato nel corso della sua carriera. I fratelli Abbagnale occupano un posto speciale tra i suoi ricordi soprattutto per la forza e le capacità di performance che erano in grado di sviluppare.

 

CURRICULUM

Alessandro Biffi

Alessandro Biffi

Dal dicembre 1984 al dicembre 2017 Dirigente Medico del Comitato Olimpico Nazionale Italiano, con l’incarico di Cardiologo e Medico dello Sport, nella valutazione specialistica di atleti di interesse Nazionale, Olimpico e Paralimpico presso l’Istituto di Medicina e Scienza dello Sport del CONI.

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